I santi e i peccatori del girone dantesco di Bosch

Trittico del carro di fieno (1510-1516)

Trittico del carro di fieno (1510-1516)

Fragole giganti, creature antropomorfe che divorano corpi nudi, fiere e chimere: forse gli orridi sogni di Hieronymus Bosch nascono da vere allucinazioni lisergiche. Parrebbe  di sì guardando i dipinti meravigliosi  e terribili  e alcuni studiosi, tra cui Tenence Mc Kenna, filosofo americano esponente della cultura psichedelica, immaginarono che le sue visioni fossero il frutto dell’Ergot, fungo dalle proprietà allucinogene che attaca la segala.

Per scoprirlo e calarsi nel mondo del più grande e misterioso artista olandese ci sarà tempo tutto il 2016, dedicato a lui per la celebrazione dei cinquecento anni dalla morte.

Si comincia dalla mostra Hieronymus Bosch, Visioni di un genio ( fino all’8 maggio)  ospitata nel Noordbrabants Museum di s-Hertogenbosch, la sua città natale, nel sd del’Olanda, chiamata anche Den Bosch (Bosco ducale) da cui Hieronymus van Aken, lì nato nel 1450, prese il nome d’arte. E poi performance, rappresentazioni, balletti e un grand tour dei luoghi dove viveva.  Artisti contemporanei gli dedicheranno i loro lavori come Jan Fabre, con il suo tributo dedicato gli inferni della guerra in Congo. Oppure il designer spagnolo Nacho Carbonell che porterà al Museo municipale  ( dal 18 giugno) sedie, sofà, lampade e oggetti dal design luciferino.

In maggio sarà invece il Museo del Prado di Madrid a ricordarlo, con una grande retrospettiva mentre, in America, all’Harvard art museum si discute sul dopo Bosch, per capire chi ne ha raccolto l’eredità.

Tutti pazzi per l’artista olandese anche nella moda, come già aveva fatto Alexander McQueen nell’ultima collezione del 2010, popolata di diavoli e creature bizzarre, oggi gli anfibi e le borse Dr. Martens sono decorati con immagini tratte dal Giardino delle delizie.

La sua città lo celebra. E lì a 500 anni dalla morte, ritorna con 20 opere, 19 disegni, prestiti da tutti i più importanti musei del mondo. Compresitre meravigliosi dipinti, tra cui Visioni dell’aldilà, provenienti da Venezia e appena restaurati. A Kansas City il pool di esperti che lavora alla mostra dal 2007 ha dimostrato che La tentazione di Sant’Antonio, per decenni ritenuta opera di un suo allievo, era in realtà del maestro.

Il mondo di Bosch ricorda un canto dantesco: uomini che si contorcono nelle fauci di uccelli misteriosi, peccatori e redenti, santi emaciati che pregano distesi in una natura matrigna dalle forme paurose. E poi diavoli spaventosi, la morte che si infila nella camera dell’avaro, amplessi alle porte dell’inferno.

Fosce visioni dell’animo, un Medioevo di bizzarrie e figure stregonesche. Ci si perde davanti alla sovrabbondanza di particolari che compongono un viaggio psicanalitico. E poi credenze e paure popolari: il carro del fieno, per il folklore olandese, era simbolo di futilità e d’inerzia. Tutto è vanità, sembrano dire i suoi quadri citando l’Ecclesiaste. La nave dei folli, che va alla deriva cantando e festeggiando, racconta che la pazzia sta nella stoltezza dell’uomo, nella sua stupida amoralità.

Per primo Bosch descrisse il nostro inconscio, senza spostarsi mai dalla piazza del mercato dove viveva. Era il figlio di una famiglia di pittori. Sposò una donna ricca, che realizzò un paradosso:gli permise di dedicarsi ai suoi incubi. (Terry Marocco)

Le quattro visioni dell'aldilà (150-1504) di Bosch è conservato a Venezia

Le quattro visioni dell’aldilà (150-1504) di Bosch è conservato a Venezia

Громадные ягоды клубники, человекоподобные создания, поглощающие обнаженные тела, хищные звери и химеры, возможно,  всё эти ужасные сны Иеронима Босха есть воспроизведение увиденных галлюцинаций. Внимательно изучая удивительные картины, некоторые специалисты, среди которых Теренс Мак Кенна, американский философ, представитель психоделической культуры, предполагают, что видения художника являлись последствиями принятия спорыньи, гриба, паразитирующего на колосьях ржи.

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