
Equivalents is a series of photographs of clouds taken by Alfred Stieglitz from 1925 to 1934. They are generally recognized as the first photographs intended to free the subject matter from literal interpretation, and, as such, are some of the first completely abstract photographic works of art.
Stieglitz took at least 220 photographs that he called Equivalent or Equivalents; all feature clouds in the sky. The majority of them show only the sky without any horizon, buildings or other objects in the frame, but a small number do include hills or trees. One series from 1927 prominently features poplar trees in the foreground.
Almost all of the photographs are printed very darkly so the sky often appears black or nearly black. The contrast between the sky and the much lighter clouds is striking in all but a few of the prints. Some images include the sun either as a distinct element in the photograph or as an illuminating force behind the clouds.
Equivalents серия фотографий, выполненных Альфредом Стиглицом в период с 1925 по 1934. Изображения признаны как первыми фотографиями, где объект освобождён от его физического значения, первые попытки реализовать абстрактную фотографию.
Стриглиц делает 220 снимков всевозможных типов облаков, которые называет Equivalents. Большинство фото не имеют горизонта, зданий, лишь несколько деревьев холмов.

Спасибо, друзья за поздравления! Они все такие замечательные 🙂
Настасья
С днём варенья,Оленька!!!!Счастья,радости,крепкого здоровья,веры,надежды и любви!!!
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Олег
С Днём Рождения, Олечка! @—/-— Здоровья, счастья и любви тебе! Любовь это то что привносит в наш мир все самое светлое и красивое! Плодотворного тебе творчества!
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Виктория
Олечка,С Днём Рождения!!!
Будь счастлива!
Катерина
Оля, привет! Поздравляю с днём Рождения. Всего тебе самого красивого) Будь успешна и счастлива во всем! Здоровья тебе и твоим любимым! Пусть все получается. Ура)
Татьяна
Олечка, с днём рождения тебя! Вдохновения и энтузиазма тебе во всём!)
Анастасия
Юной ветреной красотке
В День Рождения ее
Не подаришь сковородку
Иль постельное белье.
Эти взрослые варианты
Не понравятся тебе —
Нет, чтоб в ушки бриллианты,
Нет, чтоб часики Картье!
Чем порадовать красотку,
Не вогнав в культурный шок?
Денег нет и на колготки —
Я дарю тебе стишок! 🙂
И много-много других тёплых слов
Американский художник проошлого столетия. Его дед и отец были скульпторами, мать художницей. Александр Колдер с детства проявлял большой интерес к творчеству. Он много путешествовал вместе с родителями. Работал художником в газете, оформителем арены в цирке.
С 1915 по 1919 прошел обучение в Технологическом институте Стевенса, получив диплом инженера-механика. В 1922 в Нью-Йорке посещал вечерние курсы рисования, в 1923 году прошел курс обучения в нью-йоркской художественной школе «Арт стьюдентс лиг».
В 1926 переехал в Париж, где общался в кругу сюрреалистов и конструктивистов. Тогда же находит новую форму скульптуры — фигурки из проволоки. Это фигуры — рисунки в пространстве, наделенные юмором и подвижностью марионеток, гибкий материал, из которого они изготовлены, позволяет легко менять позы фигур.
Сегодня существует целые течения в искустве, начало которым дал Александр Колдер: скульптура из проволоки, кинетическая скульптура. А ведь, когда он в 1928 г представил впервые свои работы — его освистали. И удивительные фигурки из проволоки не были признаны объектами искусства. Газеты блистали колкими заголовками.




Quasi un secolo dopo la comparsa delle sculture di filo metallo di Alexander Calder, è difficile credere che inizialmente queste opere fossero considerate così radicale da non essere nemmeno classificate come arte. Nel 1982, quando Calder espose le sue sculture di filo metalico Romul and Remus e Spring, nel mondo dell’arte molti le accolsero con perplessità. Le opere di Calder innalzavano un materiale di uso corrente come il filo metallico a materia atristica, presentando un nuovo tipo di oggetto trasparente. Romulus and Remus, Spring e l’impressionante Hercules and Lion (Ercole e il leone, 1928) erano evidentemente opere da prendere sul serio, le cui dimensioni e i cui soggetti echeggiavano le caratteristiche della scultura tradizionale, ma l’uso del filo metallico metteva in discussione la definizione convenzionale della scultura come massa solida.
Alla fine dell’ultima glaciazione, la Francia sud occidentale e la Spagna del nord, risparmiate dai ghiacci che coprivano gran parte dell’Europa, costituirono un’oasi climatica favorevole al pieno sviluppo dell’arte rupestre. Tra le numerose grotte che in questa regione ospitano al proprio interno pitture e graffiti, quella di Lascaux, scoperta nel 1940 da quatro ragazzi, è la piu celebre e grandiosa.
Henry Breuil fu il primo archeologo a visitarla e a studiarla. Impressionato dal numero e dalla dimensioni spesso colossali delle pitture che ne affollano volte a pareti, coniò la fortunata definizione di «Cappella Sistina della Preistoria» con cui la grotta è universalmente conosciuta.
La grotta ha una forma allungata, con slarghi, restringimenti e due diramazioni. Si entra dalla Sala dei tori, cosiddetta per la raffigurazione sulle pareti di alcuni grandi tori selvatici, lungo ciascuno 4-5 metri. Sul fondo si aprono due gallerie: a sinistra, il Diverticolo assiale ospita una teoria di cervi, stambecchi, cavalli e bovidi; a destra, il Passaggio conduce a una seconda biforcazione. Qui, a destra, si apre la cosiddetta Abside, una nichia profonda circa 5 m, sulle cui pareti si sovrappongono centinaia di figure dipinte o grafite. Oltre l’Abside, la grotta si restringe fino a trasformarsi in un cunicolo che scende a precipizio per 5 metri: è il cosiddetto Pozzo, al quale si accede con una fune o una scala. Dal Passaggio si raggiungono anche la Navata e poi la Sala ei felini, dove le raffigurazioni di felini selvatici ricoprono, insieme a quelle di cavalli, bisonti, orsi e rinoceronti, 250 m2 di pareti.
Nel pozzo si trova la scena più enigmatica dell’intera grotta, che è anche l’unica con una raffigurazione umana. Un bisonte ferito da un’asta, e che perde le viscere, sembra attaccare un uomo a terra, con le braccia spalancate e uno strano capo a formato di u uccello. Ai suoi piedi giace un’asta sormontata da un ucello con la testa simile a quella dell’uomo.

Trittico del carro di fieno (1510-1516)
Fragole giganti, creature antropomorfe che divorano corpi nudi, fiere e chimere: forse gli orridi sogni di Hieronymus Bosch nascono da vere allucinazioni lisergiche. Parrebbe di sì guardando i dipinti meravigliosi e terribili e alcuni studiosi, tra cui Tenence Mc Kenna, filosofo americano esponente della cultura psichedelica, immaginarono che le sue visioni fossero il frutto dell’Ergot, fungo dalle proprietà allucinogene che attaca la segala.
Per scoprirlo e calarsi nel mondo del più grande e misterioso artista olandese ci sarà tempo tutto il 2016, dedicato a lui per la celebrazione dei cinquecento anni dalla morte.
Si comincia dalla mostra Hieronymus Bosch, Visioni di un genio ( fino all’8 maggio) ospitata nel Noordbrabants Museum di s-Hertogenbosch, la sua città natale, nel sd del’Olanda, chiamata anche Den Bosch (Bosco ducale) da cui Hieronymus van Aken, lì nato nel 1450, prese il nome d’arte. E poi performance, rappresentazioni, balletti e un grand tour dei luoghi dove viveva. Artisti contemporanei gli dedicheranno i loro lavori come Jan Fabre, con il suo tributo dedicato gli inferni della guerra in Congo. Oppure il designer spagnolo Nacho Carbonell che porterà al Museo municipale ( dal 18 giugno) sedie, sofà, lampade e oggetti dal design luciferino.
In maggio sarà invece il Museo del Prado di Madrid a ricordarlo, con una grande retrospettiva mentre, in America, all’Harvard art museum si discute sul dopo Bosch, per capire chi ne ha raccolto l’eredità.
Tutti pazzi per l’artista olandese anche nella moda, come già aveva fatto Alexander McQueen nell’ultima collezione del 2010, popolata di diavoli e creature bizzarre, oggi gli anfibi e le borse Dr. Martens sono decorati con immagini tratte dal Giardino delle delizie.
La sua città lo celebra. E lì a 500 anni dalla morte, ritorna con 20 opere, 19 disegni, prestiti da tutti i più importanti musei del mondo. Compresitre meravigliosi dipinti, tra cui Visioni dell’aldilà, provenienti da Venezia e appena restaurati. A Kansas City il pool di esperti che lavora alla mostra dal 2007 ha dimostrato che La tentazione di Sant’Antonio, per decenni ritenuta opera di un suo allievo, era in realtà del maestro.
Il mondo di Bosch ricorda un canto dantesco: uomini che si contorcono nelle fauci di uccelli misteriosi, peccatori e redenti, santi emaciati che pregano distesi in una natura matrigna dalle forme paurose. E poi diavoli spaventosi, la morte che si infila nella camera dell’avaro, amplessi alle porte dell’inferno.
Fosce visioni dell’animo, un Medioevo di bizzarrie e figure stregonesche. Ci si perde davanti alla sovrabbondanza di particolari che compongono un viaggio psicanalitico. E poi credenze e paure popolari: il carro del fieno, per il folklore olandese, era simbolo di futilità e d’inerzia. Tutto è vanità, sembrano dire i suoi quadri citando l’Ecclesiaste. La nave dei folli, che va alla deriva cantando e festeggiando, racconta che la pazzia sta nella stoltezza dell’uomo, nella sua stupida amoralità.
Per primo Bosch descrisse il nostro inconscio, senza spostarsi mai dalla piazza del mercato dove viveva. Era il figlio di una famiglia di pittori. Sposò una donna ricca, che realizzò un paradosso:gli permise di dedicarsi ai suoi incubi. (Terry Marocco)

Le quattro visioni dell’aldilà (150-1504) di Bosch è conservato a Venezia
Громадные ягоды клубники, человекоподобные создания, поглощающие обнаженные тела, хищные звери и химеры, возможно, всё эти ужасные сны Иеронима Босха есть воспроизведение увиденных галлюцинаций. Внимательно изучая удивительные картины, некоторые специалисты, среди которых Теренс Мак Кенна, американский философ, представитель психоделической культуры, предполагают, что видения художника являлись последствиями принятия спорыньи, гриба, паразитирующего на колосьях ржи.