Storia dell’incisione

Il passato

IMG_20160222_115328Antichità

Fin dal Poleolitico l’uomo ha inciso le ossa con la selce per decorarle. Molto presto nel Neolitico, la ceramica è stata decorata usando le valve dei molluschi come stampo (ceramica cordiale), le impronte delle dita (ceramica ungulata) ecc. Bisogna però aspettare le civiltà sviluppatesi nel Vicino Oriente per assistere alla comparsa del primo antenato della moderna incisione. Si tratta dei cosiddetti «sisilli cilindrici», pietre cilindriche di piccole dimensioni (circa 10 cm di altezza) sulle quali si incide, in negativo, un’immagine ideata per essere riprodotta su atgilla, esercitando contemporaneamente una pressione e un movimento rotatorio. In questo modo è possibile ottenere in positivo l’immagine precedentemente incisa. Si tratta dunque di un’immagine concepita per essere riprodotta in positivo e, sopratutto, per essere riprodotta ripetutamente.

Si dispone ormai di quasi tutti gli elementi caratteristici dell,incisione moderna, a eccezione dell’inchiostro e del supporto, come avverrà poi nel mondo antico nel Vicino Oriente e nel Mediterraneo. Allo stesso tempo, in altri luoghi come Creta o l’Egitto si sviluppano i sigilli a impronta, secondo lo stesso principio dei ‘sigilli-cilindrici» mesopotamici, ma con una sola immagine riprodotta per impatto del timbro su una superficie de argilla, cera o altro supporto tenero.

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Cina e Giappone

Successivamente, in Cina si sviluppò una variante di queste tecniche di stampa. Essa era da tre caratteristiche della cultura cinese: l’esistenza di autentica carta, la scrittura con inchiostro e la necessità di diffusione dei desti buddisti prima e dei classici cinesi poi. Si è soliti considerare che le prime xilografie conosciute sono le ripetute stampe delle immagine di Budda (Rotoli dei Mille Budda). Tutto questo sfociò, verso l’XI secolo d.C., nello sviluppo di una tecnica sofisticata: consisteva in una seriedi lastre in legno sulle quali cessellava un ‘immagine in negativo, per poi distribuire uno strato di inchiostro e premerla su un foglio di carta per ottenere una stampa a inchiostro in positivo. Il risultato era un’incisione con gli stessi principi essenziali dell’incisione occidentale scessiva.

Le prime stampe giapponesi consistevano in queste semplici incisioni, che si deffuserto rapidamente in tutta l’area buddista e nel Lontano Oriente, Giappone compreso. Di fatto sarà proprio lì che, a partire dal XVI secolo, si svilupperanno in modo straordinario una serie di incisioni popolari stampate ispirate alla pittura popolare chiamata ukiyo-e. L’idea originale consisteva nel produrre pitture popolari a prezzi accessibili, che a lungo andare portò alla comparsa di un’estetica profondamente giapponese, giunta sino al mondo attuale attraverso il manga.

È interessante sottolineare l’evoluzione di questo tipo di stampe giapponesi ukiy-e che tradsformano  l’incesione in arte dotata di una propria personalità. In Giappone la stampa e l’incisione xilografica si svilupparono in modo  indipendente dalla pittura, obbedendo alle proprie necessità. Questa estetica arrivò alla sua massima espressione durante  i secoli XVIII e XIX, sopratutto con le figure di Utamaro, Hokusai, Hiroshige e Kuniyoshi.

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