Осваиваем диалоги. In banca

Lezione sette. Settima lezione.(аудио здесь)  In banca.

Prima parte.
— Sta mattina devo andare in banca con Giovanna. Lei deve versare un assegno sul suo conto corrente. Ho dei fiorini ed anche delle sterline e dei franchi francesi rimasti da miei viaggi dal’estero. Gli vorrei cambiare in lire italiane. Tra pochi giorni partiamo per la montagna. Poi vogliamo visitare Venezia  il centro ed il sud dell’Italia.  Abbiamo bisogno di parecchi i  soldi. Per fortuna ho degli assegni turistici. Gli posso incassare da per tutto in Italia.  Ma bisogna fare in fretta. Le banche sono aperte solo dalle otto e mezzo al’uno e mezzo. Ed al pomeriggio no riaprono più, come una volta.
 Seconda parte. Allo sportello del cambio.
— Per favore, vorrei cambiare questa valuta. — Vediamo un po’: fiorini, franchi, sterline altro? — Vorrei anche incassare questo assegno turistico. — Allora, ho bisogno di un documento. — La carta d’identita  va bene? — Come vuole. — O santo celo! Dov’è? Non la trova più! — Guardi con calma. — Ecco qui! — Almeno ho il passaporto. — Il suo indirizzo in Italia? — Posso dare quello di mia figlia a Torino? — Benissimo. Sia accomodi alla cassa. No, un momento! Firmi l’assegno, per favore. — O, scusi, dimentico sempre qualcosa. — La cassa è qui affianco. — C’è molta  coda. Non può fare tutto Lei? — No. Mi dispiace. Può ritirare i soldi solo alla cassa.
Un versamento.
— Tutto fatto, Giovanna. — E tu? — Ma che è? Sono ancora qui. Qualche volta faccio in un minuto. — Dipende dagli altri sportelli. Molti sono chiusi. — Mi aspetti? — Sì, ti aspetto all’uscita. — Desidera, signorina. — Devo versare questo assegno. — Sul libretto di risparmio? — No, lo verso sul mio conto corrente. — Ecco il modulo. La devo aiutare? — No, grazie. Faccio da sola. Dunque, numero dell’assegno, banca di emissione importo. Va bene così? — Perfetto. Passi alla cassa prendere la ricevuta.
Un incontro imprevisto. 
— Ciao, Franco. Come va? — O, Paolo, così e così. Lucia non sta tanto bene. — Che cose ha? — Una brutta influenza. — O, poveretta, come la capisco. Come fate per le vacanze? — Non so ancora. Per ora le bambine vanno al mare. E voi, quando andate via? — Lunedì prossimo. Hai molto da fare in banca? — Ho solo da ritirare del denaro. Non sto molto. Mi accompagni? — Sono per due minuti mentre aspetto  a Giovanna.
Alla cassa. 
Morretti. — Buongiorno signor Moretti. Vediamo. Sì, va bene. Come gli vuole i soldi? Due biglietti da cento mila, due da cinquanta mila, tre da dieci mila, due da cinque mila e il resto da mila. — Ecco qui. — O, scusi. Può cambiare questo biglietto da due mila. Vorrei venti moneti da cinquanta e dieci da cento. — Subito, signore. Ecco. Buongiorno.
Terza parte. Al cambio.
Vorrei cambiare cento mila lire in valuta estera. —  Aspetti un momento, signore. Chiamo l’impiegato. — Mi dispiace, ma ho fretta. — Allora, sia accomodi a questo sportello. Lo faccio io. — Grazie. Per favore Le cambi i franchi svizzeri. — Non abbiamo i franchi svizzeri in cassa. — O santo celo. Dove gli trovo a quest’ora? — Gli può cercare all’ufficio cambio della stazione. Chiude alle cinque.
 In un negozio del centro.
— Ecco il conto. Sia accomodi alla cassa. — Dov’è il cassiere. Non lo vedo. — O, scusi, ha ragione. Faccio io allora. — Accetta un assegno — No, accettiamo solo contanti qui. — Ma almeno un assegno turistico. Lo prende? — Sì, se ha il passaporto. — No, non lo porto mai in borsa. Ma ho la patente.